Un Nobel per Malala

22.10.2014 20:47

Nobel è il nome con cui, usualmente, si indica uno dei premi istituiti con testamento del 1865 dal chimico svedese Alfred Bernahrd Nobel, l'inventore della dinamite e della balistite che, con i proventi ricavati dai suoi brevetti, ideò dei riconoscimenti con cui insignire, annualmente, coloro che avessero reso i maggiori servigi all'umanità, nella Fisica, nella Chimica, nella Medicina, nella Letteratura e chi si fosse particolarmente distinto nel favorire le relazioni amichevoli tra i popoli.

Quando il signor Nobel pensò ad un premio per la Pace tra i popoli, lo concepì adatto non solo alle singole personalità, ma anche alle Istituzioni o ai Movimenti, perché quel suo valore simbolico lo si doveva ricercare nell'operato di chiunque.

Quest'anno il Nobel per la Pace è finito, a riprova di quanto appena affermato, in Pakistan, tra le mani di una ragazza di diciassette anni, Malala Yousafzai, attivista musulmana impegnatissima per il riconoscimento del diritto all'istruzione universale, da garantire ad ogni bambino, ma soprattutto ad ogni bambina.

La giovanissima Malala è un simbolo per tutte le donne e non solo; quando fu vittima di un grave attentato ordito contro di lei da un gruppo di talebani, nel 2012, Malala si stava recando a scuola, una scuola che per i suoi intransigenti aguzzini ella non poteva frequentare.

Nonostante questo e nonostante la paura di morire, Malala non si è fermata, dalla sua esperienza  ha tirato fuori un modello di vita che doveva rispecchiare quel suo obiettivo, quel suo sogno, così tanto importante che l'ha resa un simbolo, tanto quanto il premio di cui è stata insignita: la libertà di sapere e di poter apprendere, di poter crescere con delle possibilità fin da bambini, una libertà che deve essere un diritto per ogni singolo bambino.

Tanti i messaggi di congratulazioni provenienti da tutto il mondo, dal Vaticano all'Onu, dai Primi Ministri di molti Stati, compresa l'Italia, per questa giovane donna che ha dichiarato, dopo aver saputo della scelta del Comitato di Oslo, “sono onorata, questo premio è per tutti i bambini che non hanno voce”.

 

Rossella Marchese

 

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