Turismo in Natura una crescita costante

06.09.2012 15:38

 

Di fronte alla brusca frenata dei movimenti turistici internazionali, il turismo in Natura - in particolar modo nelle aree protette - ha dimostrato ancora una volta una grande dinamicità. I numeri del 9° rapporto ECOTUR - documento stilato annualmente da Istat, Enit e Università de l’Aquila - parlano di un settore che, nell’ultimo anno di rilevamento (il 2010), ha visto le presenze aumentare dello 0,46% rispetto all’anno precedente e una permanenza media che sfiora ormai i 4 giorni. A prima vista sembrerebbe un dato poco significativo ma se valutato nel contesto storico che stiamo vivendo e in un settore, quello turistico, che sta pagando forse più di altri lo scotto della crisi economica ci si rende conto che così non è. Un altro dato degno di nota riguarda il ritorno economico: il 90% del fatturato generato da questo settore turistico resta nel territorio. I dati in possesso del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, tanto per citarne uno, relativi al proprio territorio, confermano la stessa tendenza. Difatti un dato estremamente positivo è dato dalla stima delle presenze per il periodo 2010 – 2011 che sfiora il milione e mezzo annuo e il dato più clamoroso riguarda le presenze di visitatori stranieri, passati dal 5% del 2000 al 15% del 2010. Le presenze di stranieri infatti sono in media più lunghe e, soprattutto, non si concentrano nel solo periodo di agosto quando, invece, nei Sibillini si registra il maggior numero di presenze dovuto perlopiù al “turismo di ritorno”, il turismo cioè dei proprietari di seconde case che in questo territorio sono stimati in circa 200 mila presenze. Se molto si è fatto fino ad ora è pur vero che molto altro ancora si può e si deve fare. La Natura è un bene inestimabile e il compito principale di un’area protetta è la sua tutela. Educare, quindi, i visitatori assume una valenza strategica per il Parco che, in tal modo, persegue il duplice obiettivo della salvaguardia e della promozione del territorio. Allo stesso modo è fondamentale incentivare forme di turismo che non si limitino al puro sfruttamento dell’ambiente. I territori delle aree protette per crescere, anche economicamente, hanno bisogno di permanenze più lunghe e qualitativamente migliori del turismo “mordi e fuggi”. 

Donato Vece

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