Napoli festeggia la Pasqua: rintocchi di festa

06.04.2015 18:48

In una cultura in cui si evidenzia la dispersione delle radici cristiane e della memoria storica, campane e campanili possono incentivare l’appartenenza di una collettività al territorio e al vissuto, ne deriva che le campane permangono strumenti idonei a esprimere pubblicamente culto, catechesi, cultura, carità.Purtroppo in numerosi assetti urbanistici e situazioni rurali campane e campanile hanno perso senso e funzione. Si sono inventati a tal proposito altri mezzi di diffusione del suono; nelle città è poco tollerato il suono delle campane; ci sono edifici urbani che surclassano le torri campanarie; le collettività secolarizzate sono indifferenti al richiamo delle campane; le nuove generazioni non si riconoscono nel loro “campanile”. La civitas christiana sembra aver ceduto il posto a una società pluralista, multietnica, multireligiosa, per cui il suono delle campane che si diffonde nell’aria non è più di monito e di avviso per l’intera collettività. Con prudenza e rispetto, la Chiesa deve tuttavia continuare nell’annuncio del vangelo “oportune et importune”. In tal senso le campane possono ancora simbolizzare la fede cristiana. Si tratta di ridare comprensibilità a tale signum, senza turbare la quiete pubblica, connotandolo di pregnanza storica. Del resto, in una società dove l’inquinamento acustico generato da mezzi di lavoro, trasporto, comunicazione, divertimento, propaganda, svilisce e disturba l’intera collettività, il suono mesto o festoso delle campane, più che infastidire, può ricordare all’uomo la presenza di Dio o, almeno, evocare il ritmo del creato. Proprio per questo motivo a Napoli per festeggiare la Pasqua si tiene  la manifestazione “Rintocchi di festa” nel cortile della Chiesa di Santa Chiara. Un doppio concerto di campane dal titolo Campana e Sonus, proposta artistica dell'assessorato alla Cultura e al Turismo, domenica 5 e lunedì 6 a partire dalle ore 17.00 nel cortile di Santa Chiara, uno spettacolo unico nel suo genere che nasce dalla collaborazione di Percussioni Ketoniche con la Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Un progetto musicale che porta in scena circa 20 campane di bronzo intonate che interagiscono con percussioni, metalli e immagini, un viaggio musicale alla ricerca di un universo sonoro nuovo e straordinariamente ricco e variegato. L'evento scelto per queste festività religiose ha come obiettivo, proprio quello di valorizzare le storiche campane presenti nei numerosi campanili cittadini, ma lo spettacolo è reso ancora più originale da un'ulteriore “nota”.Infatti con grande virtuosismo, dai musicisti sono inserite durante la performance, anche le campane del campanile di Santa Chiara, che presto grazie all'operato della II Municipalità sarà protagonista indiscusso, essendo accessibile al pubblico per le visite. I contenuti musicali delle performance propongono l'ascolto e la rappresentazione di brani del primo medioevo, un’epoca in cui le campane da Chiesa sono state introdotte in Europa, fino al '900. Gli autori più significativi rivisitano in chiave artistica un arco temporale che va dalla Palestina al Reich. Le Campane suoneranno per tracciare un nuovo percorso fatto di suoni, luci e immagini che ricordano il fiume infuocato del bronzo fuso, riallacciato simbolicamente alla lava di fuoco del Vesuvio, che corre verso la forma vuota che diventerà Campana. Lo scampanio delle campane è infatti un segno linguistico il cui significato va ben oltre il riscontro fisico. In era cristiana tali suoni hanno trasformato l’usato quotidiano in evento spirituale, così che i rintocchi delle campane ritmano l’ininterrotto cammino di fede nel succedersi della varie generazioni.Le campane sono strumenti per un linguaggio che proclama alla collettività accadimenti da condividere nella buona e nella cattiva sorte. Il loro suono diventa significativo allorquando si articola nell’ambito di una determinata cultura; si tratta di significanti il cui significato interessa l’intera collettività ed è per eccellenza pubblico e, in molti casi, sacrale. Sacralità ancestrale, pagana, apotropaica, cristiana, civile s’avvicendano e s’integrano nel connotare tale richiamo che suscita atmosfere arcane e familiari, tanto gioiose, quanto funeste.Sono come i tamburi, presenti in tutte le culture del mondo, hanno un forte valore simbolico, in grado di legare tutti gli uomini in un sentire comune ed in un’universale espressione emotiva e religiosa, senza dimenticare però che sono anche uno strumento musicale; è un prodotto di fusione, un delicato equilibrio dal quale nasce un oggetto-strumento imponente sia di forza che di aspetto. Lo spettacolo proposto è un'edizione sperimentale per un grande festival delle campane che si organizzerà il prossimo anno.

 

Nicola Massaro

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