Napoli commemora gli intellettuali partenopei del 1799

28.08.2015 21:02

Il breve, ma intenso e significativo periodo della Repubblica Napoletana, fu un episodio politico del tutto diverso dall’alternarsi di dinastie attraverso lotte di potere e di successione, costituendo invece lo sbocco e l’affermazione di un vasto movimento culturale e politico che ha visto coinvolti nobili e borghesi, in un modo talmente intenso e simbiotico che il suo esempio influì, poi, sul futuro Risorgimento Italiano, sulle sue dinamiche e le sue strutture più interne e segrete.

Tuttavia, il bagno di sangue in cui venne soffocata la Rivoluzione Partenopea fu tanto cruento che ancora si avverte la necessità di ricordare la grandezza di quelle personalità e la storia moderna che esse hanno contribuito a scrivere.

Commemorazioni come quella della messa a morte in pubblica piazza dei patrioti repubblicani del 20 Agosto 1799 hanno più che del senso civico alle loro spalle, così a distanza di 216 anni da quel drammatico giorno, il Vicesindaco Raffaele Del Giudice, l'Assessore alla Cultura, Gaetano Daniele e il Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, l'Avvocato Gerardo Marotta, hanno ri-apposto la targa commemorativa di quella esecuzione (una precedente fu trafugata o smarrita diversi anni fa) all'ingresso della Basilica del Carmine e del sacello marmoreo che chiude la fossa comune appartenente allo stesso edificio, in piazza Mercato, luogo simbolo della storia  e dei tumulti napoletani nel quale si svolsero i macabri fatti; su di essa incisa la frase: “Giovani cittadini...distruggete coraggiosamente quel terribile mostro divoratore delle Repubbliche, chiamato egoismo”, monito contro l'apatico e confuso immobilismo civile che sembra latente nelle nuove generazioni.

Eleonora Pimentel Fonseca, Gennaro Serra, il vescovo Michele Natale, Domenico Piatti, Giuliano Colonna, Gennaro Serra di Cassano, sono solo alcuni dei nomi dei martiri della Rivoluzione Partenopea, alcuni di quelli caduti in Piazza Mercato il 20 Agosto del 1799; molti altri trovarono proprio in quella piazza la morte violenta e la sepoltura all'interno della Basilica del Carmine Maggiore.

Dopo l'apposizione della targa, l'evento è continuato presso la sala conferenze del Palazzo delle Arti di Napoli, per la prima edizione del Premio Pimetel Fonseca, riconoscimento inserito nell'ambito di “FemmeNa” e del Festival del giornalismo civile “Imbavagliati”, conferito per il 2015 alla giornalista russa Oksana Chelysheva, coraggiosa attivista nella ricerca di una soluzione politica pacifica per il conflitto russo-ceceno. Un' intellettuale illuminata dei nostri giorni.

L'omaggio ed il ricordo voluti con questo evento suggellano, ancora una volta, la connessione intensa che il popolo partenopeo vive con la sua città, con ogni suo palazzo, ogni vicolo e strada, come se Napoli fosse carne e sangue, realmente vivente e testimone in prima persona del suo passato glorioso e proiettata in un futuro che vuole essere di speranza e prospettive.

 

Rossella Marchese

 

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