La turbolenta vita di Laura Antonelli, tra fama e oblio

23.07.2015 19:24

Il mondo del cinema ha detto addio a Laura Antonelli, icona sexy degli anni Settanta. L’attrice, 74 anni, è morta in solitudine nella sua abitazione di Ladispoli, vicino Roma, vittima di un infarto.

Laura Antonelli, nome d'arte di Laura Antonaz, raggiunse l'apice del successo negli anni settanta e ottanta percorrendo diversi generi cinematografici, dalla commedia leggera erotica al dramma, al cinema d'evasione e al film d'autore. A renderla famosa la commedia record d’incassi “Malizia” di Salvatore Samperi, uscita nel 1973. Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola e posato per numerosi fotoromanzi diffusi anche all'estero, la Antonelli esordì nel cinema con piccoli ruoli in vari film, a cominciare da “Il magnifico cornuto” di Antonio Pietrangeli del 1964 e “Le sedicenni” di Luigi Petrini del 1965.

La vera notorietà e il successo vennero nel 1971 quando la Antonelli recitò ne Il merlo maschio, il primo di molti film erotici in cui l'attrice lavorò al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile. La parabola ascendente di Laura Antonelli si interrompe a causa dell'uso di droghe e ad un'operazione chirurgica non riuscita che le deteriora i lineamenti. Nella notte del 27 aprile 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina, l'attrice viene arrestata dai carabinieri e reclusa nella casa circondariale di Rebibbia (Roma), dove però resta solo qualche giorno, a seguito della concessione degli arresti domiciliari. È condannata in primo grado, a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti, nove anni dopo, nel 2000, è invece assolta dalla Corte d'appello di Roma, che la riconosce consumatrice abituale di stupefacenti, ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga è intanto cambiata e l'assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale, entro i limiti stabiliti dalla legge, non è più considerato reato. Ciò determina il proscioglimento di Laura Antonelli dalle accuse formulate nei suoi confronti e la non punibilità per i reati a lei ascritti.

Il desiderio di rivedere l’attrice sul grande schermo, dopo le disavventure personali e giudiziarie per i fatti di droga, si concretizza nella realizzazione nel 1991 di “Malizia 2000”, sequel della pellicola che l'aveva resa celebre quasi venti anni prima. Il film è ancora una volta diretto da Salvatore Samperi, prodotto da Silvio Clementelli ed il commento musicale è di nuovo affidato a Fred Bongusto. L'operazione commerciale, non sortisce l'effetto sperato ed il film si rivela un insuccesso. Le ripercussioni del processo per droga e l'eccessiva lentezza di quest'ultimo, fanno scivolare l’artista in una condizione di profonda sofferenza psichica, che ne determina il ricovero presso il centro d'igiene mentale di Civitavecchia in più di un occasione. Tale situazione spinge i legali dell'attrice a citare in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nel 2003, all’artista viene riconosciuto in primo grado un risarcimento di diecimila euro, ritenuto però inadeguato a risarcire i danni di salute e di immagine patiti dall'attrice. Dopo il ricorso in appello, nel 2006 la cifra è elevata a 108.000 euro più gli interessi. La profonda crisi sia economica che psicologica, nella quale la diva si era rifugiata, l'indusse a rifiutare anche l'aiuto degli amici come di Simone Cristicchi, che nel 2013 voleva portare al Festival di Sanremo la canzone Laura, dedicata alla sua vita dimenticata, ma visto il suo desiderio di rimanere nell'oblio rinunciò. Nel 2009 per iniziativa del Comune di Ladispoli, per tutelarla venne interdetta e seguita da un avvocato con le funzioni di tutore, da un'assistente sociale e da una badante. Il 3 giugno 2010 l'attore ed amico Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per l'Antonelli. Sebbene il Ministro avesse accolto la richiesta auspicando l'applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, l'attrice rifiutò l'aiuto preferendo invece,di essere dimenticata.

 

Nicola Massaro

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