La Street Art di #Obey... dalla Casa Bianca al Pan di Napoli

31.01.2015 20:07
Napoli è davvero una città dai mille volti, alcuni barocchi, altri medievali, volti di opulenza e volti in rovina. Profuma di storia, Napoli, di mare e di arte.. e quando profuma di arte, sempre più spesso sono effluvi che arrivano nel golfo da lontano, da oltre oceano; così è stato per Andy Warhol e la sua pop-art, controversa e sdoganatissima, che ha portato in città oltre 45000 visitatori; così è per Shepard Fairey, o meglio #Obey, uno dei più famosi street artist del pianeta, che per la prima volta arriva in Italia con una mostra interamente dedicata alla sua opera e sceglie il Pan di Napoli come location alla sua “fenomenologia”.
Proprio questo è il termine heideggeriano scelto da Obey per definire la sua arte, fenomenologica perché utilizza il mezzo come messaggio, perché come dice lo stesso autore “ciò che vedi è un dialogo costante con l’osservatore; ciò che faccio è inviare uno stimolo e rispondere con un nuovo stimolo in base alla reazione ricevuta”. 
Quindi, se ciò che vedi è esattamente l'input che ti serve per avere una reazione, per fare, per creare o semplicemente per pensare, del tutto naturale appare la circostanza che ha fatto, poi, dell'immagine stilizzata in quadricromia di Barak Obama, creata da Obey ed attaccata illegalmente ai muri di mezza America, il simbolo della campagna elettorale del futuro Presidente degli Stati Uniti nel 2008. 
Con quel ritratto adesivo Obey ha dato vita ad un'icona pop contemporanea, di fortissimo impatto pur nella sua semplicissima esecuzione, “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”, così come Warhol aveva fatto con Marilyn Monroe, Mao o la Campbell's soup. 
Ma Shepard Fairey non è soltanto quell'immagine, famosissima è anche la sua stilizzazione del lottatore di wrestling Andrè the Giant (divenuta il marchio del suo brand), con la quale ottenne il primo vero successo in America.
Obey sceglie il soggetto facendo attenzione al linguaggio della comunicazione: l'immagine non è il punto centrale, il messaggio è ciò che davvero conta e questo si vede bene nei suoi lavori, tutti d'impatto visivo, perché tutti comprensibili agli occhi di chi osserva.
Non è un ermetico Obey.   
Tra le opere in mostra al Pan, assolutamente da vedere la serie realizzata per la città di Venezia e mai mostrata finora, "Capitol hill", sette metri di colori e sguardi in pieno stile Fairey.
Very Cool..
 
Rossella Marchese
 

Cerca nel sito