La spending review colpisce anche il personale dei Parchi

25.10.2012 15:57

 

Gli operatori delle aree protette si mobilitano contro i tagli previsti dal Governo

Giovedì 25 ottobre i dipendenti degli Enti Parco Nazionali si sono mobilitati per manifestare il proprio disaccordo sulla riduzione delle dotazioni organiche. Negli ultimi anni una sequenza di leggi rivolte anche agli Enti Pubblici non economici hanno di volta in volta ridotto drasticamente le piante organiche degli Enti Parco Nazionali. Oggi l’articolo 2 della c.d. spending review (revisione della spesa pubblica) prevede un’ulteriore taglio delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale non inferiore al 10% della spesa complessiva relativa ai posti in organico. Tutto ciò si tradurrà in prepensionamenti, part time obbligatori, mobilità del personale in esubero, non senza pregiudizio alle azioni di salvaguardia della Natura nelle aree protette, che poi tanto protette non saranno più.

Circa la metà delle specie vegetali ed un terzo di quelle animali presenti nel territorio europeo vivono nel nostro Paese; ciò grazie soprattutto al sistema delle aree protette che il Ministero dell’Ambiente ha realizzato in questi ultimi anni: 24 parchi nazionali; 30 aree marine protette; 145 parchi regionali, più di mille tra riserve statali, regionali e oasi in cui convivono 57.000 specie animali e circa 7.000 specie vegetali.

Il Coordinamento delle RSU dei Parchi si chiede:Se la Legge quadro sulle aree protette ha individuato le funzioni necessarie alla tutela dell’ambiente e della biodiversità e gli Enti gestori, al momento della loro istituzione, sono stati dotati di una pianta organica idonea a svolgere questi delicati e fondamentali compiti, come si può pensare che dopo un taglio che negli ultimi anni ha già soppresso il 35% delle unità presenti nelle piante organiche dei Parchi (e con quello previsto dalla spending review si andrà verso il 45%!), uno sparuto gruppetto di dipendenti potrà ancora adempiere alle funzioni stabilite dalla Legge? Cosa avverrà nelle aree protette italiane”?

Legittima la loro preoccupazione in quanto “si rischia di vanificare tutta la normativa ambientale e di fatto l’azione di difesa, valorizzazione e promozione del territorio propria degli Enti Parco”. Ed ecco quindi che il personale dei Parchi “lancia un appello alle Istituzioni, alle associazioni ambientaliste, ai cittadini tutti per salvare gli ultimi polmoni verdi d’Italia: le aree protette”.

 

 

Donato Vece

Cerca nel sito