L’Arte della Felicità è giunto alla sua decima edizione

26.09.2014 13:01

L’Arte della Felicità, alla sua decima edizione, “si fa centro” con l’apertura di una sede stabile d’incontri rivolti allo sviluppo consapevole e fecondo delle potenzialità dell’individuo. Nella conferenza, i relatori hanno espresso il loro pensiero sull’invito-sfida all’uomo ad apprendere l’arte di cogliere la grazia che largamente la Creazione ha diffuso sul mondo, perché  la sua stessa creatività se ne arricchisca e ne diventi tramite.

Nel rimpiangere le radiose edizioni domenicali di Villa Pignatelli, il filosofo Aldo Masullo ha sottolineato che felix è ciò che è creativo come un tempo era la Campania, il nostro paradiso perduto, auspicando che le particelle slegate e il reticolo di canali ostruiti ai quali Napoli e i suoi abitanti sembrano esser ridotti possano amalgamarsi ed aprirsi in relazione reciproca, potenziando le forze creative di benessere e di felicità. Da Daniele Pittèri, commissario del Forum delle Culture, la comunicazione tra esperienze ed energie anche con Paesi diversi è considerata determinante ai fini della crescita dell’individuo. Diffondere la conoscenza nel quotidiano e non serbarne le vestigia in musei e biblioteche è il messaggio del Forum (definito da Pittèri ’croce e delizia’), che la città recepisce in pieno.

Le chiese e i luoghi degli incontri, scelti con sagacia nelle zone della città che avvertono più dolorosamente la mortificazione delle loro energie creative, si affollano agli eventi nell’accettazione commovente della sfida di “spostare l’uomo dalla poetica dell’essere alla poetica della relazione”. Sembra che per il professore Luigi Vinci, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, la Scienza delle costruzioni, esame-pilastro della facoltà d’ingegneria, sia stata posta brillantemente a pilastro anche di progetti di rinascita e di vita. Sono infatti altrettante cattedrali edificate nel deserto, con la loro promessa di futuro alle ancora vivide energie del territorio e alla loro instancabile opera etica e civile, il progetto redatto dall’Ordine, di concerto col Cardinale Sepe, del recupero della Chiesa dei Ss. Cosma e Damiano e l’apertura alle istanze,  agli incontri, alle manifestazioni della città della Basilica di San Giovanni Maggiore, divenuta in breve luogo di scambi e di progetti, di crescita e di formazione di quanti mettono a disposizione della diffusione culturale il loro impegno. Emilio Di Castro, dirigente della Cariparma, osserva con ottimismo il progressivo aprirsi della città agli iniziatici percorsi dell’Arte della Felicità che, con prospettive sempre più avanzate, ribadiscono la necessità dell’interlocuzione nella comune accettazione  della sfida ad operare proficuamente. Per la psicoterapeuta Maria Luisa Campobasso, l’Arte della Felicità invita a ritrovare sé stessi nel rapporto e nello scambio reciproco: un bersaglio da cogliere al quale, inconsapevolmente, spesso voltiamo le spalle. Per Andrea Punzo, terapeuta del corpo e dell’anima quali funzioni reciproche, psicoterapeuta e filosofo in coerenza con la sua visione olistica dell’individuo, l’interrelazione è per l’uomo strumento della consapevolezza di sé,  plausibile forma di felicità e di appagamento che ne possa permeare l’armoniosa unità. Per Dario Aquilina, fondatore del Teatro dell’Anima, nella sfida dell’uomo a sé stesso di conoscersi e di mettersi in gioco è la ricerca della felicità quale conoscenza della molteplice realtà dell’essere. Per Francesca Mauro, anima dell’iniziativa, la felicità è conquista della consapevolezza di sé e dei propri limiti affinché l’energia vitale, potenziandosi nella relazione, si evolva in progettualità, a sua volta alimento della felicità, come lo è la gentilezza intesa come cura di sé, della natura e dei rapporti umani. Il centro permanente è per Francesca Mauro una sfida e, insieme, un dono a Napoli da parte di una “piccola comunità che produce pensiero” e la sua sede, in via Portacarrese a Montecalvario, è emblematica di un luogo “difficile, ma fecondo” per l’attuazione del progetto di costruzione e di ricerca nel nome del bene comune.

L’uomo nella sua totalità di corpo, spirito, anima, coraggio, sensazione, sentimento, ribellione, energia, pensiero; l’uomo che deve ritrovare in sé stesso quella creatività felice che è vita e respiro e che un qualcosa, da combattere  compattamente e veementemente, tenta di bloccare, è stato l’indiscusso protagonista dell’incontro.  Monade che ha serbato le sue finestre, deve spalancarle di nuovo sul grande cortile della vita con i suoi rapporti, l’amicizia, l’amore: finestre dell’anima da aprirsi come le porte di una Basilica spalancata da uomini di buona volontà su quella, e per quella, che fu la Napoli gentile di Vico, la Napoli resistente a dolori funesti per chiunque, ma non per quella felicità creativa, misteriosa e segreta. A chi abbia un cuore ‘prode’ abbastanza per cercarla, e che Napoli indiscutibilmente possiede, questa felicità “deve” tornare, come quella evocata in una lirica della Laus Vitae da D’Annunzio: “Felicità, non ti cercai, ma soltanto cercai me stesso, me stesso e la terra lontana”. Cerchiamola, questa felicità, prima che la nostra terra lontana diventi il deserto dei nostri desideri e delle nostre speranze.

Anna Maria Siena Chianese

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