In scena la tradizionale tragedia di S. Antimo

05.06.2015 10:25

Subito dopo l'enorme successo ottenuto con la commedia classica napoletana "'Na matassa 'mbrugliata" rappresentata al Teatro Tasso, con serate "sold out", il gruppo teatrale dell'Associazione socio-culturale "Amistad - Amici della Vita", si è rimesso subito al lavoro per la tradizionale rappresentazione sulla vita di S. Antimo, inserita nell'ambito dei festeggiamenti in onore del santo, che vedono coinvolti un intero paese, e che ogni anno attira un pubblico sempre più numeroso.
"La Tragedia", come viene definita da sempre la rappresentazione che mette in scena alcune delle gesta più famose del santo che dà il nome al paese in provincia di Napoli, è un appuntamento immancabile, non solo per gli stessi abitanti del luogo, ma anche per coloro che amano la tradizione e il folklore, non esitando ad arrivare da ogni parte, non solo d'Italia, ma anche dal resto del mondo. Grandi festeggiamenti, che vedono nella "Tragedia" il loro fulcro. Basata su un testo sacro, scritta nel 1829 da Francesco Campanile, un sacerdote del luogo, e messa in scena qualche anno dopo, la rappresentazione racconta alcuni tra i più significativi miracoli di Antimo, un sacerdote cristiano, che giunto a Roma dall'Asia, inizia a convertire al cristianesimo i primi pagani, sino alla sua tragica decapitazione. Da oltre un ventennio, "La Tragedia" è curata e diretta dal regista  Antimo Verde, che negli ultimi anni, ha reso la rappresentazione sempre più avvincente e dinamica, senza snaturarne però, il suo contenuto e significato. Grazie all'interpretazione dei giovani attori che da anni si dedicano alla recitazione, la trama è resa ancora più appassionante ed commovente. Vanno ricordati, innanzitutto, Vito Ferrante, Marco Meloni e Gaetano Piscopo, i decani della compagnia, che riescono a dare sempre nuova linfa a personaggi che corrono il rischio di essere, oramai, definiti desueti. Inoltre, Giovanni Moccia, Salvatore Del Prete, Gennaro Raucci e Francesco Effuso, contribuiscono con la loro interpretazione a coinvolgere il pubblico, riuscendo nell'impresa di trasportarlo dritto all'epoca romana. Il cast è completato dalle uniche presenze femminili, Denise Beneduce e Giusy Iavazzo e Lidia Capasso, che con la loro leggiadria ed eleganza, fanno rivivere il fascino perduto delle matrone romane.
Visto il consenso ottenuto lo scorso anno, anche questa volta si è pensato di suddividere, come accadeva anticamente, quando arrivavano orde di pellegrini da ogni dove per onorare il Santo, la rappresentazione in due parti: sabato 6 giugno alle 20,30 saranno rappresentati i primi due atti che culminano con il lancio di Antimo nel Tevere, mentre domenica 7 e lunedì 8 saranno proposti il solo terzo atto, che si conclude con la decapitazione del Santo. Al termine della scena finale si potrà assistere allo spettacolare "Volo degli Angeli". Due bambine vestite da angeli cantando una nenia, percorreranno, da un'altezza incredibile, il tratto della piazza appese ad un filo d'acciaio per poter raggiungere il palco, situato ai piedi del castello baronale, e recuperare la testa decapitata del Santo, per poi ritornare indietro. Tutte le serate si concludono con strabilianti fuochi pirotecnici. Un appuntamento immancabile per chi vuole vivere momenti incredibili ed emozionanti, che attirano l'attenzione costante dei media, non solo locali, ma anche di emittenti nazionali. A dimostrazione che la tradizione se preservata e alimentata riesce ad essere un necessario ponte tra cultura e aggregazione, e per ricordarci sempre, che non può esservi futuro se non ci si ricorda del passato.
Nicola Massaro

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