In ricordo di Lidia Croce

01.05.2015 20:33

“Oggi Napoli dà l'ultimo saluto alla vita terrena di Lidia Croce, testimonianza straordinaria del pensiero storico liberale della nostra città. Il pensiero della famiglia Croce e della famiglia Herling rimarrà per sempre un’impronta incancellabile del rapporto tra la letteratura, la cultura, la poesia e l’arte di Napoli nel mondo. Di lei ricordo gli occhi luminosi di chi ha dentro una storia che non può essere cancellata dalla morte”.

Queste sono state le parole con cui il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si è accomiatato da Lidia Croce, nel giorno del suo funerale laico, l'8 Aprile presso la sala Tommaso Campanella di Piazza del Gesù.

L'ultima in vita delle sorelle Croce, terzogenita del filosofo, si è spenta all'età di 93 anni nella sua casa di Via Crispi, lasciando la città orfana di un altro pezzo della sua storia culturale.

Lidia Croce, come del resto tutta la sua famiglia, è stata una benefattrice per Napoli, una città che durante tutta la prima metà del secolo breve ha vissuto un periodo florido, una novella Atene, come centro di irradiazione dell'idealismo e dello storicismo, formando una classe di intellettuali già europeisti nelle aspirazioni e nei valori.  E Lidia fu tra quelli.

Appassionata di studi classici, su tutti letteratura e storia, proprio come suo padre Benedetto, Lidia si laureò in Lettere all'Università di Napoli, assieme ad Adolfo Omodeo, e con una tesi in Storia del Cristianesimo; anche lei, come le sorelle Elena, Alda e Silvia e sua madre Adele Rossi, lavorò alla sistemazione degli archivi paterni, girando l'Italia e l'Europa per raccogliere gli infiniti carteggi di Benedetto Croce e farli acquisire alla “Fondazione Biblioteca Benedetto Croce”, istituita con una cospicua parte del patrimonio di famiglia nel 1955, a Palazzo Filomarino di Napoli, tempio dell'opera  e della vita crociana.

L'intera vita di Lidia Croce è stata improntata allo studio ed alla curiosità, ma anche alla battaglia contro le speculazioni edilizie e il deturpamento ambientale, tema assai caro a tutte le sorelle Croce, ed all'impegno politico, tant'è che nel 2014 volle iscriversi, 92enne, al partito radicale.

Dopo la morte del suo secondo marito, lo scrittore polacco Gustaw Herling, sposato nel 1954 dopo una separazione repentina dal giornalista e storico Vittorio de Caprariis al quale si unì nel 1949, Lidia si occupò della cura e della sistemazione della biblioteca di Herling, così come aveva fatto per l'opera del padre, nonché di costruire un nuovo sodalizio tra la “Fondazione Benedetto Croce” e la Biblioteca di Varsavia per il riordino, l'inventariazione informatizzata e la digitalizzazione dell'archivio del saggista polacco, progetto che verrà completato entro la fine di quest'anno.

Senza mai sopire la sua curiosità è stata protagonista della vita dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici ed ha sempre seguito il dialogo che sua sorella Elena portò avanti con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di cui fu cofondatrice a Napoli nel 1975, assieme all'avvocato Gerardo Marotta ed altre personalità di spicco dell'intellighenzia partenopea.

Tutto nella vita di Lidia Croce è stato un convergere verso l'unico obiettivo dell'arricchimento culturale proprio ed altrui, dalla “Napoli Nobilissima” all'Europa senza soluzione di continuità.

 

Rossella Marchese

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