Il Parco Marino e il FAI insieme per il rilancio di Ieranto

25.10.2012 15:42

 

La Baia di Ieranto si è tramutata in uno spettacolare laboratorio naturale di turismo ecocompatibile. Non solo mare ed escursioni, visite guidate, snorkeling, canoa e kayak ma anche lavoro di pulizia, monitoraggio, informazione e sensibilizzazione ambientale. Iniziative fino a ottobre.

Nello splendido scenario tra Punta Campanella e Montalto e di fronte ai faraglioni di Capri, l’Area Marina Protetta di Punta Campanella e il FAI (Fondo Ambiente Italiano) hanno lanciato per il secondo anno consecutivo il progetto “La Baia in fondo al sentiero”. Una sequenza di appuntamenti da maggio ad ottobre per scoprire, ammirare e tutelare uno dei luoghi più selvaggi e fiabeschi della costiera, zona B del Parco Marino e presidio del FAI. In questo scenario meraviglioso, come per incantesimo, alla base della maestosa parete rocciosa che piomba a mare dai 300 metri di altezza attraverso un antico sentiero, si apre la spiaggetta di ciottoli e sabbia.  Qui la presenza di volontari, ambientalisti ed ecoturisti ha animato questo straordinario patrimonio naturalistico attraverso una sequela di attività tutte improntate al rispetto dell’ambiente e alla tutela della natura. Si è proceduto, tra l’altro, alla pulizia della spiaggia e fornire ai presenti una corretta informazione per tutelare l’area dall’invasione dei diportisti e dalla pesca di frodo. La baia infatti è zona B del Parco ed è vietato l’accesso e l’ancoraggio delle barche a motore oltre alla pesca sportiva e professionale. Notevole rilevanza ha assunto l’attività di monitoraggio biologico svolta in collaborazione con l’Università Parthenope di Napoli per uno studio sugli stock ittici e bentonici presenti nell’area e le praterie di posidonia.

Ottima riuscita anche per le visite guidate, sia a terra - attraverso il sentiero che parte da Nerano - che via mare con lo snorkeling e in canoa. Adulti e bambini hanno potuto ammirare, in un mare sgombro da imbarcazioni, fondali e organismi marini.

Le attività hanno consentito anche la visita alla Torre di Montalto, alla casa colonica, al vecchio frantoio e, a seguire, il passaggio attraverso l’uliveto fino a raggiungere l’area della ex cava e delle strutture del complesso minerario. Per gli amanti della natura è stato un appuntamento da non perdere e soprattutto da replicare nel prossimo futuro.

 

 

Donato Vece

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