I legami tra Napoli e Spagna attraverso le immagini

31.10.2014 19:57
Con le immagini che pubblicheremo sul nostro giornale intendiamo proporre alle nostre lettirici ed ai nostri lettori un percorso culturale, una vera e propria finestra sul rapporto che, per secoli, ha legato tra loro due regni: quello di Spagna e quello di Napoli. Fin dall’inizio, da quando Ferdinando II il Cattolico viene dichiarato re di Napoli col nome di Ferdinando III, si instaura, tra il regno già avviato a diventare impero e l’antica terra, passata dall’autonomia del ducato ai vari re stranieri e destituita a viceregno, una sorta di gioco politico, un gioco di destrezza dove Napoli finirà per avere la meglio. 
Com’era accaduto per la Neapolis greca nei confronti di Roma, così la città è riuscita sempre ad assimilare a sé l’invasore, il nemico, il nuovo re. 
La carta vincente di Napoli è per la Spagna non solo l’arte, la musica, e quanto connota da sempre la città, ma la cultura umanistica dalla quale la Spagna, con l’uso del latino, può attingere i comportamenti indispensabili alle sue relazioni diplomatiche. 
Alla corte di Ferdinando il Cattolico è chiamato Lucio Marineo Siculo, professore a Salamanca e molti altri esponenti della cultura umanistica, facendo divenire la città vicereale esportatrice di cultura in quella regale che ne verrà avvantaggiata nei suoi rapporti con gli altri Stati e nella sua politica 
Il vicereame sviluppa il modello dell’impero elaborando, tramite l’esperienza napoletana, un tipo di potere che tende ad adeguarsi alle esigenze degli avanzanti criteri di modernità. Quale una delle poche metropoli del tempo, Napoli diventa crogiuolo di tale esperimento del tutto innovativo: conservare saldo il potere con la partecipazione del popolo non solo con feste e musica, ma con opere pubbliche e un’attività architettura sempre più innovativa e quasi allegorica del futuro imperiale. Il potere amalgama a sé la vita dei sudditi: nobiltà, popolo, clero, intellettuali e popolo minuto, essi partecipano al benessere e al prestigio della corte che se ne assicura il consenso con sistemi molto più moderni di quelli basati sulla repressione. 
 
Maria Regina De Luca
 

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