A Palazzo Serra di Cassano Rivive la Napoli dei Sedili: tra storia e architettura

08.07.2015 17:50

(Foto: Enzo Barbieri)

A Palazzo Serra di Cassano Rivive la Napoli dei Sedili: tra storia e architettura

 «Una cosa di cui non mi so dar pace è che in Napoli siano spariti tutti gli edifizi dei Sedili o Seggi della città» (B. Croce)

 

Che Napoli fosse una città dai mille volti è risaputo, che avesse accumulato nel tempo strati di culture e dominazioni differenti, è altrettanto noto, ma ciò che l'uomo moderno spesso tende a
dimenticare è che tutto questo background culturale, amalgamatosi nello scorrere del tempo, è il più delle volte tenuto assieme dal valore collettivo delle tradizioni che, se adeguatamente conservate, possono guidare nella ricostruzione della memoria identificativa di un popolo.

Da più di 20 anni l'Associazione Culturale "Napoli è" si occupa, appunto, di tenere vive le tradizioni e l'arte, la cultura e la storia di Napoli e della Campania intera; per questo motivo la ricreazione storica della Napoli dei Sedili attraverso il "Palio dei Sedili", evento fiore all'occhiello dell'Associazione, rappresenta un tassello importante per riscoprire la particolarità del secolare sistema amministrativo fortemente decentrato della città di Napoli, che coinvolgeva l'autonoma e fiera nobiltà cittadina ed il popolo e che si radicava profondamente con le diverse aree dell'urbe.

Nel convegno organizzato dall'Associazione, illustrativo degli eventi del Palio, quest'anno ha avuto un ruolo anche l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che si è fatto sostenitore dell'evento ospitando l'incontro nelle sue sale a Palazzo Serra di Cassano e con la prestigiosa presenza del suo fondatore avvocato Gerardo Marotta.

I saluti iniziali del Presidente dell'Istituto Nazionale dei Castelli sezione Campania, l'architetto Luigi Maglio, hanno aperto il meeting con una bella introduzione sul sistema castellare di Napoli, unica città europea a possedere ben cinque castelli nella zona urbana: Castel dell'Ovo, Forte Sant'Elmo, Castel Nuovo, Castel Capuano e la Murazione Aragonese, a testimonianza della sua importanza e prestigio.

Con la moderazione del critico letterario Giuseppe Fragna, lo slideshow dell'architetto Laura Bourellis, preparato per l'occasione, ha portato tutti nel vivo dell'incontro; conoscere la struttura urbanistica di Napoli vuol dire conoscere la sua storia, ed i Sedili (o Seggi), luoghi fisici
in cui si riunivano gli Eletti, i nobili rappresentanti che partecipavano alla gestione della "cosa pubblica" partenopea, ne sono peculiare esempio. La tipica struttura architettonica dei Sedili diventa tutt'uno, nella storia, con la funzione svolta da tali istituzioni e può essere riassunta attraverso un triplice significato: i Seggi erano i manufatti architettonici urbani composti da due moduli, un atrio sul modello dei portici quadriformi e un vano chiuso per le riunioni, potevano essere considerati le specifiche strutture di inquadramento socio-topografico, dette anche plateae
o piazze, delle famiglie aristocratiche napoletane, che lì vi si riunivano; essi costituirono, infine, le cinque articolazioni politico-amministrative della Napoli angioina e soprattutto aragonese (Montagna, Capuana, Nido, Porto e Portanova): unità dotate di specifiche competenze giudiziarie, religiose, suntuarie, e di propri magistrati, in raccordo con gli altri officia della capitale; ed ai quali si aggiunse con sorti alterne, il Seggo del Popolo, nel XIII sec, (menzionato per la prima volta nei "Capitoli" di re Roberto d'Angiò), con uguali caratteristiche ma con minore potere decisionale.

Di tutto questo complesso sistema amministrativo oggi non v'è quasi più traccia nel reticolato urbano di Napoli, se non per un unico manufatto sito nella zona dei Tribunali, poco lontano dalla Piazzetta del Nilo, che ancora conserva nella sua facciata la tipica struttura del Sedile, oltre alla basilica di San Lorenzo Maggiore, un tempo Tribunale nel quale si riunivano tutti gli Eletti dei Seggi e che ancora riecheggia quella sua antica vocazione nelle sue mura esterne.

La storia affascinante raccontata dalle immagini preparate dall'architetto Bourellis si è congiunta a quella "canonica" raccontata dal professor Gerardo Grossi, docente di Lingua Spagnola dell'Università degli Studi di Napoli L'Orientale, che con fare romanzesco ha narrato alla platea le vicende che hanno legato i Sedili napoletani all'Inquisizione Spagnola. «Una pagina gloriosa della Storia di Napoli», così esordiva il prof. Grossi nell'evidenziare come gli Eletti di tutti i Sedili avessero fatto pressione sul viceré don Pedro Alvarez de Toledo per impedire l'introduzione a Napoli della Inquisizione "alla maniera spagnola" e come le pressioni fossero diventate la rivolta del 1547: essa divenne, nella sua breve evoluzione, un moto indipendentista e si protrasse fra alterne vicende dal luglio ad agosto, quando le truppe spagnole riuscirono a riottenere
il controllo della città.

Furono tirati su Napoli ben 407 colpi di artiglieria per ordine del viceré Toledo, nonostante le istanze contrarie di tanti nobili, tra cui il duca di Gravina, il Marchese di Vico, Federico Carafa, Scipione Pignatello, Scipione di Capua, con la marchesa de la Valle che si gettò ai piedi del viceré
per farlo desistere da tanta crudeltà. La rivolta riuscì a posticipare l'entrata in vigore dell'Inquisizione.

Tanto fascino e tanta storia meritano, dunque, di essere conservate e richiamate ed il "Palio dei Sedili" è proprio manifestazione di tale volontà; la dottoressa Bianca Desideri, giornalista e direttore responsabile di Napoli è, sottolinea proprio l'intenzione di far conoscere al più
vasto pubblico la cultura e le tradizioni che permeano il territorio campano e non solo; a Napoli, ma generalmente in tutta l'Italia, l'Unesco ha riconosciuto la presenza di un patrimonio artistico e culturale straordinario, bisognoso di tutela costante, nelle parole della dottoressa Desideri si fa viva la necessità di rendere concreto il riconoscimento dell'Unesco e dunque di coinvolgere
anzitutto le scuole nell'attività di presidio culturale e sostegno al territorio.

Le stesse scuole sono state protagoniste dell'incontro, presentando i propri lavori a Palazzo Serra di Cassano; tra tutti, il video realizzato dai ragazzi dell'Ipia G. Marconi di Giugliano, brillantemente coordinati dai docenti Michela Aprile, Cristina Morone, Lino Nolo e Carlo Valle
così suggestivo nel  legare alle contemporanee vie di Napoli gli antichi Seggi oramai spariti, giocando tra passato storico e presente. Ed è proprio il ruolo che la Storia deve mantenere
nella scuola moderna che ha connesso la proiezione all'intervento della professoressa
Giovanna Mugione, Dirigente Scolastico dell'Ipia G. Marconi, che ha sottolineato come la storia faccia da scenografia all'agire umano e per questo meriti attenzione e coinvolgimento, anche attraverso l'interpretazione degli eventi da parte degli studenti in prima persona, magari con la produzione di filmati-documentario, che potrebbero aiutare a comprendere che passato e futuro
sono connessi intimamente e che nella conoscenza sta la chiave della consapevolezza, per non estinguersi.

Rossella Marchese

 

 


 



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